
26 Mar Calo delle nascite da record in Italia, complice la pandemia
Un nuovo record ‘negativo’ di nascite (404 mila) in Italia, unito al più elevato numero di decessi (746 mila) mai sperimentato dal secondo dopoguerra, aggravano la dinamica demografica in calo che caratterizza il nostro Paese. L’ISTAT ha certificato con un nuovo report il pesante l’impatto della pandemia da Covid-19: al 31 dicembre 2020, la popolazione residente in Italia ammonta a 59.257.566 unità, 383.922 in meno rispetto all’inizio dell’anno (-0,6%). Secondo il nuovo documento, il declino demografico avviatosi dal 2015 è stato accentuato dagli effetti del Covid-19: alle conseguenze dirette del virus dovute ai decessi si sono aggiunte le ripercussioni che le misure volte a contenere la diffusione dei contagi hanno prodotto sulla vita delle persone (restrizioni di movimento, interruzione totale o parziale di attività lavorative). E purtroppo nel 2020 è come se fosse sparita una città grande quanto Firenze, per il calo record delle nascite.
Il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia registrato nel 2019 è infatti di nuovo superato nel 2020: gli iscritti in anagrafe per nascita sono stati appena 404.104, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019 (-3,8%). La geografia delle nascite mostra un calo generalizzato in tutte le ripartizioni, più accentuato al Nord-ovest (-4,6%) e al Sud (-4,0%).
Il nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia registrato nel 2020 dall’Istat, complice la pandemia, “impone di pensare con urgenza a organizzare campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovani, sull’importanza di proteggere la propria fertilità, che è un bene prezioso, da preservare, per evitare che si procrastini troppo il momento di avere un figlio e si abbiano poi difficoltà nell’ottenere una gravidanza”, commenta Filippo Maria Ubaldi, presidente della Società italiana di Fertilità e Sterilità-Medicina della riproduzione (Sifes-Mr).