
02 Ago Denatalità, riconoscere il ruolo della Pma per aumentare le nascite – Comunicato stampa Sifes-Mr
Nella ricerca della gravidanza in età avanzata queste tecniche garantiscono la sicurezza e la rapidità necessarie
Denatalità, riconoscere il ruolo della Pma per invertire la rotta
Oltre 700mila donne italiane over 40 a rischio di rimanere senza figli, con la Pma nascerebbero 100mila bimbi in più
Roma, 2 agosto 2021 – Il lavoro stabile che non arriva, la difficile scelta del partner, unite all’incertezza sociale di questo delicato periodo storico: sono solo alcuni dei motivi per cui in Italia le donne cercano una gravidanza sempre più tardi: “Dal 2010 a oggi l’età media al parto è salita da 31,1 a 32,7 anni ed è stato costante anche l’aumento dell’età della donna all’inizio della ricerca di un figlio. Tanto che oggi oltre 700mila donne in Italia (il 35% di quelle che hanno fra 40 e 44 anni, pari a circa 2 milioni, fonte ISTAT), sono a rischio di rimanere senza figli. Quando la necessità è quella di cercare una gravidanza più sicura e più rapidamente, perché l’età avanza e i tentativi spontanei non raggiungono i risultati sperati, si deve riconoscere l’importante ruolo della Procreazione medicalmente assistita (Pma). Che potrebbe aiutare a far nascere ben 100.000 bambini“. Lo sottolinea il presidente della Società italiana di Fertilità e Sterilità-Medicina della riproduzione (Sifes-Mr), Filippo Maria Ubaldi.
La società scientifica da anni si impegna nell’educazione, informazione e sensibilizzazione dell’importanza di proteggere la propria fertilità, a partire dall’età più giovane, con campagne rivolte ai ragazzi per dar loro gli strumenti che possano consentire di preservare la capacità riproduttiva, in primis regole legate agli stili di vita. I dati scientifici confermano che, quando si cerca una gravidanza o si ha il progetto di un figlio anche a lungo termine, è infatti importante fare scelte sane come non fumare, bere alcol, fare sport e seguire una corretta alimentazione.
Un messaggio che bisogna dare costantemente ai giovani. Ma cosa accade quando si scopre che fare una vita sana può non bastare? “Le autorità sanitarie internazionali – ricorda Maurizio Mori, ordinario di Filosofia morale e Bioetica all’Università di Torino e membro onorario Sifes-Mr – confermano che se dopo 12 mesi di rapporti sessuali non si verifica il concepimento, questo vuol dire che il sistema riproduttivo ha qualche problema ed è opportuno ricercare un aiuto specialistico. Soprattutto nel caso di coppie con età avanzata, non intervenire potrebbe voler dire far perdere del tempo prezioso. Occorre dare a tutti la possibilità di risolvere il problema, e la scienza offre ottime opportunità. Eticamente credo non abbia senso continuare a riproporre il ricorso alla naturalità, come se fosse migliore. È come dire che è preferibile andare a piedi invece che in bicicletta, quando il traguardo è lo stesso e arrivarci prima, in alcuni casi, fa rischiare molto di meno. Eppure, proposte di questo tipo vengono oggi ripresentate con sussiego”.
“La ricerca di una gravidanza in età avanzata – sottolinea Carlo Bulletti, past president Sifes-Mr – comporta una riduzione della probabilità di generare embrioni cromosomicamente competenti, un calo della probabilità di rimanere incinta, un aumento del rischio di aborto e anche di gravidanze evolutive patologiche. Ecco allora che la Pma assume un ruolo importante per cercare di migliorare l’efficacia e l’efficienza riproduttiva: come Sifes-Mr siamo favorevoli a un approccio certamente progressivo, personalizzato, il meno invasivo possibile, e anche alla presa in carico delle coppie da un punto di vista psicologico e nutrizionale, in modo da affrontare tutti gli aspetti che possano aver compromesso la capacità di concepimento. Ma quando ci troviamo di fronte a coppie con età avanzata, perdere tempo non fa altro che danneggiare i pazienti stessi”.
“La Pma – prosegue il presidente Ubaldi, componente del tavolo tecnico per la ricerca e la cura dell’infertilità, istituito al ministero della Salute su iniziativa del sottosegretario Pierpaolo Sileri con l’intento di rimettere l’infertilità al centro dell’agenda politica – consente di assicurare innanzitutto efficacia e cioè cercare di aumentare la percentuale di nati per ciclo iniziato, massimizzando il numero di ovociti per ciclo iniziato e ottimizzando le tecniche di laboratorio. Ma anche efficienza, cercando di ridurre il rischio di aborto, di gravidanze patologiche, di gravidanze multiple e soprattutto il tempo alla gravidanza. Questo può essere fatto trasferendo il singolo embrione con la massima possibilità d’impianto. Dai dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss) emerge che le tecniche di Pma hanno una percentuale di successo, nella fascia 40-44 anni, attorno al 14%. Ciò significa che potrebbero aiutare a far nascere 100.000 bambini (14% di gravidanza da 734.393 donne >40 anni)”.
Cosa fare per valorizzare il ruolo della Pma e dell’approccio personalizzato alle singole coppie, con tempi e modalità diverse a seconda dell’età? La Sifes-Mr propone e si farà interprete di necessità come:
- Campagne di informazione soprattutto nella popolazione giovanile sulla fertilità e come proteggerla (riprendendo il Piano Nazionale della Fertilità).
- Migliorare e incrementare le possibilità di accesso ai trattamenti in strutture pubbliche soprattutto in alcune regioni dove la domanda ad oggi non viene soddisfatta.
- Attuazione dei LEA con rimborsi economici adeguati alla esecuzione di trattamenti in maniera efficace ed efficiente.
- Promuovere informazione medico-scientifica nel personale specializzato ed rendere sempre più efficienti tecniche ed attrezzature medico-laboratoristiche.
Per contatti stampa:
Barbara Di Chiara
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email: barbaradichiara@libero.it